Una volta c’erano le locande, le osterie, le stazioni di Posta tutte con la loro mescita di vino. Era cosi in ogni contrada dell’Europa Antica, ma a Lucca si distinguevano per quantità e qualità essendo una città commerciale, visitata ogni anno da tanti forestieri; mercanti, soprattutto, ma anche pellegrini di passaggio che percorrevano la Via Francigena diretti a Roma, a Santiago di Compostela o in Terra Santa.
Per alloggiare, questi viandanti trovavano edifici semplici e con poche camere da condividere, non di rado, con gli altri avventori e con servizi pressoché nulli; la mescita, invece a Lucca, era sempre all’altezza grazie alla millenaria tradizione vinicola delle nostre terre. Fin dall’epoca romana, infatti, sulle colline lucchesi e di Montecarlo si coltivavano vitigni di primissima qualità e fama tanto da venire apprezzato e ricercato dai Pontefici di Roma.
Alla luce di questa tradizione non stupisce di trovare ancora oggi, nel comprensorio lucchese, mescite di livello eccellente, anche se ben diverse da quelle di un tempo.L’avventore di una mescita lucchese del ‘400, infatti, avrebbe trovato un semplice tavolaccio in legno come bancone e, dietro di esso, il cosiddetto “armario”, sorta di dispensa con le ante chiuse da un retino metallico o di tela, per preservare il vino e le vivande dai topi. Oggi le cose sono molto cambiate, e le mescite sono assai diverse da come apparivano un tempo. Basta visitare la Bottega di Lucca per rendersene conto.